Pensando a Parigi

il laicismo implica il rispetto della fede religiosa (non necessariamente vale il contrario).

Aggiungo che per quanto concerne il Cristianesimo, tanto abbia fatto la religione per la nascità della laicità che sarebbe troppo faragginoso e lungo scriverne.

Sostenevo ieri, e lo riporto qui per sommi capi, quanto segue: le coscienze e le culture collettive crescono secondo le stesse leggi che regolano il loro corrispettivo soggettivo ed individuale. Il Cristianesimo all’età che ha oggi l’Islam, ha sterminato (o quasi) intere popolazioni, arso in piazza persone che non condividevano gli insegnamenti curiali o aristotelici o comunque non conformi ad un certo canone. Poco tempo dopo (prendendo i secoli per anni) in non poche regioni dell’Europa cristiana (in primis la Francia) non son mancati scontri tra differenti fazioni di gruppi appartenenti alla stessa fede, come oggi tra gruppi ISIS o di Al Queda). In tempi ancor più recenti (“appena” 70 anni fa) un gruppo politico per alcuni aspetti vicino (o comunque non molto ostacolato dalla Chiesa) ha compiuto uno sterminio ai danni di un determinato gruppo religioso (così come poi lo stesso gruppo religioso ha compiuto e continua a compiere ai danni di alcuni musulmani).

Oltre a questo piccolo aneddoto di storia contemporanea, nessuno parla dei massacri ai danni dell’Islam nello Sri Lanka o di altre persecuzioni, fisiche o politiche, nei confronti di questo gruppo. Detto ciò, son 13 anni che si attaccano paesi la cui popolazione è in gran parte musulmana (Afghanistan, Iraq, Libia, Egitto, Palestina, ecc.).

Secondo me, pur non giustificando il gesto che non ho intenzione di ricondurre a matrici religiose ma laicamene preferisco considerare un crimine messo in atto da cittadini francesi (così come anni fa da cittadini inglesi a Londra) è comprensibile che dopo anni che si attaccano sempre e soltanto un certo gruppo di persone, una minoranza minima di questi “du’ schiaffi li dia”.

Non ne faccio, ripeto, una questione religiosa, ma trovo inaccettabile non considerare la realtà al di là del semplice hicet nunc. I punti qui son due: da laico quanto accaduto deve essere considerato alla stregua di un qualunque altro reato altrimenti si deve accettare la conseguenza dell’inquadrarlo in un paradigma di scontro di religioni.

Nel primo caso, che in parte riprende l’intervento di una insospettabile Marie Le Pen, va affidato alla giustizia ordinaria, si può provare cordoglio per le vittime e non si dovrebbe fomentare l’aspetto culturale o religioso. Nel secondo caso, che implica una reazione ad un attacco alla libertà d’espressione si deve comunque fare una profonda autocritica. Voler imporre un determinato regime politico, criticare delle pratiche (per quanto criticabili) legate ad alcuni aspetti di una cultura, interferire secondo i canoni occidentali, nella formazione di un’identità collettiva in altri regimi politico culturali alla lunga può portare ad eventi, isolati ma di forte rilevanza, come quello di alcuni giorni fa.

Da difensori della cristianità (e molti ce ne sono che pur non osservandone i principi vogliono difenderne il simulacro) credo sia necessario in primis guardare alla trave e poi fare il pelo alla pagliuzza

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